VISIONE DI UN'OPERA

Titolo: Lettera che non dovrà mai partire.
Autore: Annibale Animalune
Inserita: 10/30/01

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17 Settembre 2004


Caro diario,
oggi è cominciata la scuola. In classe siamo in pochi per colpa dell'influenza, ma anche perchè hanno cominciato ad arruolare i ragazzi che hanno già compiuto 12 anni. In tempo di guerra si cresce in fretta e noi non abbiamo certo tempo da perdere.
Secondo me abbiamo perso tanti anni, ma quando l'ho detto, il mio compagno di banco mi ha mollato un calcione. E' ancora arrabbiato perchè non l'hanno chiamato alle armi; era troppo grasso, così ha preso il dimagrante di Tardelli, ma non ha funzionato (a dire la verità ha funzionato così bene che gli sono cresciuti due alluci in più sui gomiti). Allora ha passato le vacanze in Sudan, ma ha perso così tanti chili che è stato riformato per insufficienza toracica dovuta alla malnutrizione; però ha imparato tutto sulle mine anti-uomo. Avrebbe anche voluto imparare una lingua straniera, ma le istruzioni delle mine erano tutte in italiano.
Tra pochi giorni festeggeremo 3 anni di guerra, anche se quasi nessuno si ricorda come sia cominciata.
Io sì, me lo ricordo! Il mio papà era andato in America per vendere il videogioco che aveva creato, ma invece di atterrare in aeroporto è finito in un ufficio al 70° piano del WTC. La mamma ha pianto. Tutti parlavano della morte di papà come di un attacco a tutti gli uomini, alla civiltà, alla libertà. Io credevo che lo fossero anche le vendite di armi dei mercanti americani agli africani, i bambini che cuciono i palloni in Thailandia, la donazione di latte in polvere scaduto ai bambini denutriti, la pena di morte, ma mi hanno detto che non era la stessa cosa, e poi i bambini thailandesi sono meno civili di noi! Ho sentito urlare in tv che bisognava trovare i colpevoli e annientarli assieme ai governanti che li avevano coperti. Credevo che fosse stata una persona ad avere ucciso mio padre, e invece scoprivo che anche il marocchino che vende gli occhiali alla mamma aveva aiutato il mondo a diventare cattivo e che anche lui, sotto la maschera di tranquillo venditore abusivo, nascondeva un passato e un futuro da terrorista.
Il tiggì aveva detto che avevano ucciso 10.000 persone innocenti, che era un atto di guerra. Immaginavo la guerra molto diversamente, mi sa che ho sempre giocato sbagliato ai soldatini.
Ho chiesto alla mamma come mai il tiggì non parlasse di tutti i bambini che muoiono ogni anno in Iraq perchè l'embargo americano non fa passare neanche uno spillo, come mai l'America non sia mai intervenuta nella guerra tra Etiopia ed Eritrea, come ha fatto quando Saddam ha invaso il Q8, visto che gli piaceva tanto la pace. La mamma mi ha detto che sono un comunistarastastraccioneottuso e poi mi ha rifilato un calcio. Allora le ho chiesto come mai avessero ucciso papà: mi ha risposto che nel mondo ci sono persone cattivissime che puzzano e parlano una lingua incomprensibile, con la quale ci fanno fessi, che sono invidiose della libertà che noi abbiamo e quindi si comportano male con l'America. Io mi sono chiesto se non fossero persone che avevano gli zebedei pieni di vedere l'America infilarsi nei fatti loro quando fa comodo, imporre la sua libertà, uccidere silenziosamente tante persone senza che il tiggì lo dica, così è come se non è morto nessuno.
Anche se l'ho solo pensato, la mamma mi ha tirato un calcione negli stinchi. Mi ha rotto la gamba, ma per farsi perdonare mi ha fatto mettere il gesso a stelle e strisce.
Domani festeggeremo i 3 anni di conflitto con un bel bombardamento notturno su un ospedale, il tiggì dice sempre le stesse cose e piano piano comincio a credere anch'io che sia tutto giusto così.

God bless Hollywood.

 

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